LE DONNE LOTTANO PER IL VOTO

Racconto creativo sulla lotta delle suffragette.

Le donne lottano per il voto!

 

Era il marzo del 1991; una giornata fredda e congelata.

I marciapiedi e le strade di Londra erano offuscati dalla nebbia, impedendo così di vedere al di là di essa; erano appena scoccate le dieci di mattina e si sentivano i rintocchi delle campane della città.

Le strade di Londra mi parevano deserte: senza il chiacchiericcio delle persone, dei mercanti nelle bancarelle, il rumore delle auto…

Quel giorno ero accompagnata da mio marito, William Turner e insieme stavamo passeggiando per le vie della città discutendo sugli ultimi scioperi guidati da donne. Ero scioccata dal fatto che alcune signore si potessero permettere di ribellarsi in un ambiente pubblico, come piazze, vicino a monumenti importanti… ma la cosa che mi sconvolgeva di più era la causa di tutte queste manifestazioni; noi eravamo donne: dovevamo occuparci della casa, dei figli, essere sempre accompagnate dai nostri mariti e nient’ altro; era questo il nostro scopo, dico bene?

Ecco:  io fino a quel giorno credevo che fosse una cosa giusta, normale, naturale per la comunità in cui vivevamo; ma quel giorno mi cambiò la vita e da esso iniziai a vedere le cose da un’altra prospettiva.

Era una mattinata come tutte le altre; indossavo il vestito della domenica: un abito elegante, dai colori chiari e molto lungo e un cappello di color rosa pelle che raccoglieva i capelli ben acconciati. Stavamo camminando ammirando il fantastico paesaggio invernale nelle strade di Londra, quando ci venne una gran sete. Entrammo nella sala da tè e ci sedemmo pronti per ordinare; ci arrivarono delle tazzine colme di tè caldo e zuccherato che sorseggiammo lentamente discutendo dei problemi di affari di William.

Subito dopo pagammo e uscimmo per continuare la nostra passeggiata mattutina. Eravamo pronti a rincasare quando sentimmo delle discussioni ad alta voce provenire da Trafalgar Square.

 

Erano delle donne, le solite manifestazioni che io trovavo fuori luogo e inappropriate; in particolare una sola, che stava parlando ad alta voce davanti ai cittadini londinesi.

Si presentò: si chiamava Katrin Brown. Fece un gran discorso sui diritti delle donne, perché stava manifestando e cosa voleva ottenere con tutto ciò.

In questa manifestazione, c’erano un sacco di uomini che continuavano a deriderla e a spiegarle che l’uomo è sempre stato superiore alla donna e lo sarà sempre.

Continuava a parlare di cose che, secondo me, non sembravano ingiuste, tutte menzogne!

Insomma dopo un po' non ce la feci più e salii anche io sul monumento.

 

“Non è giusto che le donne non abbiano un’istruzione!” gridò Katrin.

“Eh beh, che mi dici del cibo? Senza gli uomini non potremmo vivere, saremmo abbandonate per strada senza cibo, acqua né vestiti!” ribattei io senza pietà.

“La donna non è nata per questo! “ disse Katrin.

Successivamente lei fece un discorso interessante:

“La donna, è vero, è nata per accudire i figli, la casa, ma non pensate che cosa potremmo fare se potessimo studiare e diplomarci? Potremmo viaggiare per il mondo avere una nostra attività e non essere considerate inferiori agli uomini.

I diritti delle donne sono una responsabilità del genere umano; lottare contro ogni forma di violenza nei confronti delle donne è un obbligo dell’umanità, il rafforzamento del potere di azione delle donne significa il progresso di tutta l’umanità”.

In quel singolo istante mi placai: la mia voce si fermò, non riuscii più a far uscire dalla mia bocca anche solo banali parole; ed è in quel momento, in quel singolo momento, che mi resi conto di perché tutte quelle donne fossero lì; tutte queste signore ammucchiate a sentire le parole di altre donne che la pensavano come loro.

Scesi dal monumento imbarazzata e, dirigendomi verso la fine della folla per uscire da quel gregge, mi fermai.

Avevo capito la ragione di queste ribellioni, di tutti quegli sforzi da parte di tutte quelle signore presenti.

Presi coraggio, risalii sul monumento e gridai a squarciagola: “Mi ci è voluto molto tempo per trovare la mia voce, e ora che ce l’ho, non rimarrò in silenzio! Certo che non sono preoccupata di intimidire gli uomini:  il tipo di uomo che viene intimidito da me è esattamente il tipo di uomo che non mi interessa!

Ora basta credere che la donna sia una creatura inferiore! Anche noi meritiamo dei diritti! “

 

La folla di suffragette si alzò in piedi e applaudì.

Da quel giorno io, Margaret Turner e Katrin Brown diventammo magnifiche amiche e continuammo a lottare per ottenere i diritti per le donne.

Grazie a lei ho capito quanto fosse importante lottare per i propri diritti, far sentire la propria voce.

A tutte le donne: “Non dubitate mai di essere preziose e potenti e di meritare ogni possibilità e opportunità nel mondo per perseguire e realizzare i vostri sogni “.